Via dello Studio è una strada del centro storico di Firenze, che va da via del Corso (canto allo Studio) a piazza del Duomo. Lungo il tracciato si innestano: via delle Oche (piazzetta Cardinale Giovanni Benelli), via de' Bonizzi, via della Canonica e la piazza dei Maccheroni.

Storia e descrizione

La denominazione attuale, attestata dal Cinquecento, rendo conto di come lungo la strada fosse il palazzetto sede dello Studio fiorentino, istituito dal 1320 (nel luogo dove erano delle case dei Tedaldini il che giustifica la più antica denominazione dell'arteria), aperto agli studiosi nel 1348 e poi destinato a Collegio Eugeniano per i chierici del Duomo. «Mediante la grande pestilenza, acciò li popoli più frequentassero la città, si creò a Firenze uno studio pubblico di ciascuna scienza; et acciò furono deputati ufiziali che feciono edificare un bello luogo atto a ciò, in su certi casolari de' Tedaldini nella via che perciò si chiama dello Studio».

Per quanto riguarda le ulteriori titolazioni attestate, così riassume la questione lo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze del 1913: «da piazza del Duomo a via dell'Oche [la strada fu detta] via del Transito; oltre via de' Tedaldini. Peraltro ove ora sono le botteghe dei marmisti dell'Opera, era la piazzuola di S. Benedetto».

La strada ebbe la forma odierna solo nel 1754. Prima si interrompeva all'altezza della chiesa di San Benedetto davanti al muro della zona della Canonica del Duomo, una specie di area franca, cinta da mura e soggetta solo alle leggi ecclesiastiche, che un tempo si estendeva tra piazza del Duomo e via delle Oche. Nel periodo della reggenza di Francesco Stefano di Lorena venne abolita la chiusura della Canonica, con demolizioni parziali e l'apertura permanente di quattro porte: una su piazza San Benedetto, una su via del Campanile e una appunto su via dello Studio, strada che venne rettificata e poi ampliata fino a piazza del Duomo.

Descrizione

La strada conserva il carattere antico, con carreggiata pavimentata a lastrico e con, lungo il primo tratto, numerosi edifici commerciali anche a carattere tradizionale.

Edifici

Lapidi

Sulla torre dei Pierozzi, sotto il busto di sant'Antonino, si legge:

Traduzione: «Da antichi documenti si è accertato nell'anno dell'era cristiana 1731 che questa casa è insigne per la nascita, l'educazione e il tirocinio di santità di sant'Antonino arcivescovo di Firenze».

Tabernacoli

Sulla bottega dell'Opera del Duomo, in angolo con via delle Oche (piazzetta Cardinale Giovanni Benelli), è un'edicola quadrangolare in marmo bianco, costituita da un fastigio ad arco terminante a volute contenenti rosette, con il monogramma mariano raggiato al centro, contenente un vano il cui fregio reca una protome angelica al centro di un festone floreale. Il tabernacolo, evidentemente da datarsi al primo Ottocento per l'evidente carattere neoclassico, era rimasto vuoto e nel 1954, probabilmente su sollecitazione del Comitato per l'Estetica Cittadina, era stato decorato da una Madonna col Bambino e sant'Anna, donata da Primo Conti, che però venne rubato il 7 dicembre 1980. Dopo essere rimasto a lungo vuoto, ha contenuto un tondo di terracotta dipinto da Galeazzo Auzzi, raffigurante l'Eucaristia, e infine (dagli anni 2010) un busto ad altorilievo della Madonna Annunciata, opera di un artista dei laboratori dell'Opera del Duomo.

Più in basso si trova sostegno per un vaso per fiori e un tassello marmoreo con una croce.

Piazza dei Maccheroni

La minuscola piazzetta "dei Maccheroni" si apre sul finire di via dello Studio, lato orientale, quasi a ridosso di piazza Duomo. Il nome, attestato dal 1838, venne dato al piccolo slargo in onore di un'oscura famiglia dei "Maccheroni", praticamente nota solo negli studi toponomastici, che la citano nella vicina e tuttora esistente via dei Maccaroni (non prima del 1779) e in via Santa Margherita (verso il 1727). Bisogna tener conto che questa zona della città, fatta di vicoli, case torri e stretti chiassi, venne radicalmente stravolta prima dalla costruzione del Duomo col suo progressivo ampliamento delle absidi, poi della chiusura della zona della "Canonica", esclusivamente riservata alle abitazioni dei canonici del Duomo (1340 circa) e infine alla sua apertura e demolizione parziale tra il 1754 e il 1830, quando vennero completati i tre grandi palazzi dei Canonici che ancora si vedono. Se esistettero case della famiglia Maccheroni (il cui nome doveva derivare o dal greco bizantino μάκαρος, "benedetto", con riferimento alla vicina chiesa di San Benedetto, o dal "macco", una farinata da cui deriverà il nome della pasta dei maccheroni) esse dovettero andare perdute in questi eventi.

La piazzetta dunque nacque dietro al più orientale dei palazzi dei Canonici, ed è verosimile che fosse un'appendice dell'antica corte dei Visdomini, che si allungava lungo tutta la Canonica, come si vede bene nella pianta del Buonsignori (1584). L'unica casa che ha qui la porta principale d'accesso appartiene all'Opera del Duomo.

Pur non esistendo relazione tra la famiglia dei Maccheroni e la pasta, è tuttavia singolare che nella piazza abbia avuto sede dal dopoguera un ristorante.

Note

Bibliografia

  • Guido Carocci, Piazze e piazzuole attorno al Duomo, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1914, XI, 1913, pp. 96-100.
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 133, n. 938;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 112, n. 1015;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, IV, 1978, pp. 141-144;
  • Roberto Ciabani, I Canti: Storia di Firenze attraverso i suoi angoli, Firenze, Cantini, 1984, pp. 204-207;
  • Ennio Guarnieri, Le immagini di devozione nelle strade di Firenze, in Le strade di Firenze. I tabernacoli e le nuove strade, Bonechi, Firenze 1987;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo del Comune di Firenze, terza edizione interamente rinnovata a cura di Piero Fiorelli e Maria Venturi, III voll., Firenze, Edizioni Polistampa, 2004, p. 448.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).

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